L'ascia, il koto e il crisantemo by Seishi Yokomizo

L'ascia, il koto e il crisantemo by Seishi Yokomizo

autore:Seishi Yokomizo [Yokomizo, Seishi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Suketomo affila gli artigli

Chiamato a casa Inugami, Kindaichi Kosuke apprese l’accaduto dalla bocca del commissario Tachibana.

«E cosa dice Sukekiyo, signor commissario?»

«Dice che dopo aver udito il grido di Tamayo è uscito e ha visto qualcuno che correva verso la terrazza. Si è precipitato al suo inseguimento, ma in fondo alla scala ha ricevuto un pugno...»

«Infatti.»

«Stamattina era disperato. Mentre era incosciente, tutti avevano potuto vedere bene il suo viso. Penso che debba essere stato un brutto colpo per lui sapere di essere stato visto dagli altri, e soprattutto da Tamayo.»

«Inoltre, signor commissario, non si è ancora trovata traccia di quell’uomo in uniforme...?»

«No, non ancora. Ma la città è piccola e lo ritroveremo.»

«Penso che debbano esserci delle tracce del suo passaggio.»

«Per questo, si. Dappertutto, nel salotto e nella camera di Tamayo, vi sono orme di scarpe infangate. La faccenda, fuori, diventa più difficile. Ieri sera è piovuto ancora e tutte le tracce di passi sono state perfettamente cancellate. Impossibile sapere da dove si è introdotto e da dove è fuggito...»

Kindaichi Kosuke rifletté alcuni istanti passandosi la mano fra i capelli.

«In ogni caso, signor commissario, ritengo che la storia di ieri sera sia molto interessante per noi. Adesso abbiamo la prova indiscutibile che quell’uomo esiste effettivamente. Non è, come credevamo, qualcuno di qui che avrebbe sostenuto una doppia parte. Ora sappiamo che l’uomo in uniforme esiste, eccome!»

«Già, ci ho pensato anch’io, signor Kindaichi. Ma chi può essere? Che parte ha in questa storia?»

Kindaichi Kosuke scosse lentamente la testa.

«Se lo sapessi, il caso si risolverebbe da solo. Comunque, signor commissario, è indubbio che quell’uomo ha dei legami profondi con la famiglia Inugami. Due giorni fa, ha scritto sul registro della locanda l’indirizzo della residenza di Tokyo e, ieri sera, ha trovato subito la camera di Tamayo...»

Il commissario guardò Kindaichi con aria sorpresa.

«È vero. Sembra addirittura che conosca molto bene la struttura della proprietà.»

«Infatti. Quando si viene qui, si vede subito che questa casa è stata costruita in un modo molto complicato. Io, per esempio, sono venuto qui già due o tre volte, ma non mi orizzonto ancora. Ammettendo ch’egli avesse, fin dall’inizio, l’intenzione di entrare nella camera di Tamayo, conosceva senza dubbio nei particolari la topografia dei luoghi.»

Il commissario rifletteva. Poi aspirò una boccata d’aria e pronunciò con voce forte, come se parlasse a sé stesso:

«Cos’è? Si capirà tutto quando l’avremo acchiappato. Ecco il problema, acchiapparlo. Finora si pensava che fosse qualcuno che faceva il doppio gioco e ci sono state delle lacune nelle ricerche. Ma le intensificheremo, e si vedrà ben presto come le cose cambieranno!»

In realtà, le cose non andarono come pensava. Nonostante le ricerche approfondite effettuate dalla polizia per sapere da dove veniva e dove andava quello sconosciuto, non si trovarono tracce.

No, non proprio del tutto. Si seppe almeno da dove veniva.

Il 15 novembre, il giorno in cui Suketake era stato ucciso, numerose persone l’avevano visto scendere dal treno a Kami-Nasu, in serata. Poiché quel treno partiva da Tokyo, anche lui doveva essere giunto da Tokyo. Alcuni testimoni l’avevano anche visto partire a piedi con andatura stanca in direzione di Shimo-Nasu.



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